No Gronda
13Nov/100

Gronda, don Gallo ritorna sulle barricate

Da: "Il Secolo XIX" del 13/11/2010 di Daniele Grillo

Ora La società autostrade sta pensando di rinunciare al carotaggio a Murta
Il prete dei vicoli si è"convertito"alla lotta davanti a un piatto di ravioli

«Qui hanno inventato l'undicesimo comandamento: ama l'ambiente. Vedo la possibilità di uno spiraglio. Sto con loro». La sua idea, o meglio la sua nuova idea sulla questione Gronda, don Andrea Gallo la matura davanti a una magnifica torta con accompagnamento di crema calda. Prima, tra il tortino di boragine in vellutata di formaggi e i ravioli di salsiccia e patate in sughetto di erbette, aveva ascoltato le motivazioni dei no-gronda, riunitisi al ristorante "Colla", a Murta, per il secondo dibattito della trivella. Il giorno dopo don Andrea paragona la salita su questo colle della Valpolcevera a quella di Mosè sul monte Sinai. La sua "conversione", alla fine, è nuova benzina per la protesta.

Tutto questo mentre Autostrade per l'Italia sta seriamente pensando di non forzare più la mano sul blocco. La polizia con ogni probabilità, a Murta non arriverà. Non lo conferma ma lo fa capire l'assessore Andrea Ranieri: «Non ho grandi pressioni da Autostrade su questo carotaggio, in questo momento». Non c'erano solo i sessanta che hanno occupato in ogni ordine di posti il ristorante, giovedì sera a Murta. «Per rispondere alla richiesta di partecipare abbiamo anche organizzato una grigliata al presidio - spiega Paolo Putti, portavoce dei no gronda - sono rimaste fuori dal ristorante circa cinquanta persone». Don Andrea sale come l'inaspettato partigiano della giunta che aveva chiesto ai manifestanti di «soprassedere». La sua opinione, forse, il fondatore della comunità di San Benedetto al Porto inizia a cambiarla quando si arriva all'ottimo brasato con castagne ed uva, un trionfo di gusto e di sapori locali. «Aspettavo il dibattito con Ranieri, che poi non è arrivato - spiega Gallo - allora ho deciso di andare su da solo. Non ho padrini né a destra, né a sinistra né all'interno della chiesa. Io dico le cose che mi sembrano giuste».

Don Gallo non è ospite. Contribuisce come gli altri all'autofinanziamento, versando l'offerta stabilita. È di Certosa. A Murta incontra la nipote «della fantastica Rosa, meravigliosa donnina della Valpolcevera», e mentre cena ascolta il no-gronda pensiero. Un pensiero articolato, fatto di documenti e ipotesi alternative. Il prete se ne innamora. «Mi chiamano tutti nonno. E da nonno non è questo, il mondo che ho sognato di lasciare ai bambini. Non è questo il futuro che avevo immaginato per Genova. Ho visto piangere al Mugello, perché la Tav aveva distrutto tutte le sorgenti. Ho vissuto la Resistenza, e credo che questo grido di dolore vada ascoltato». «C'è ancora uno spiraglio - conclude - il grido di questa parte di città va ascoltato». I carotaggi per "assaggiare" il terreno della Gronda sono quasi finiti (ne manca una decina). Dopo l'attacco frontale del numero uno di Autostrade Giovanni Castellucci, che aveva dichiarato di voler inviare le forze dell'ordine, ora sta prevalendo la linea dell'abbandono del campo (anche se molto dipenderà dai risultati delle altre trivellazioni). Potere della carne alla griglia. O della dolce ma potente castagna del brasato che così bene contrasta l'asprigno dell'uva.

grillo@ilsecoloxix.it

28Ott/100

Gronda, l’Osservatorio non “scalda” i quartieri

Dal: "Corriere Mercantile" del 28/10/2010.

LE ELEZIONI. Si sono chiusi ieri i termini per le candidature dei cittadini nei quattro municipi

Dodici candidati complessivi per dieci posti riservati ai residenti
Ma i Comitati "contro" si defilano e attaccano: "Finta partecipazione"

28Ott/100

Gronda, viaggio nel caos delle trivelle

Da: "Il Secolo XIX" del 28/10/2010

Polemiche sugli scavi e i permessi: i vigili hanno multato un'altra azienda per i danni a una strada
Il Comitato di Murta sfida Ranieri a un dibattito pubblico. L'assessore: «Sono pronto»
di Daniele Grillo

Arrivano a volte senza tutte le autorizzazioni necessarie, altre volte chiedono l'accesso sul posto ad attoniti e disinformati proprietari. Le 88 trivelle che stanno "assaggiando" il terreno che dovrà ospitare la galleria autostradale più lunga d'Europa stanno operando ormai da mesi sul territorio interessato dalla gronda autostradale. Ma dai casi che si stanno presentando all'attenzione in questi giorni, sembra che questa attività pecchi in organizzazione e in qualche caso di tutte le carte necessarie a realizzare l'operazione prevista. A Geminiano, giurano gli abitanti, al terreno sul quale era prevista la perforazione si è arrivati soltanto «perché a un residente è stata chiesta la chiave di una sbarra e lui, pensando che i compaesani fossero d'accordo, l'ha fornita».

Intanto dal fronte di Murta arriva una risposta ad Andrea Ranieri, l'assessore comunale che sta cercando una mediazione con i manifestanti prima che a sgomberare il campo arrivi la polizia. «Siamo disponibili a un incontro - spiega Paolo Putti, uno dei portavoce dei manifestanti di Murta - ma solo se l'assessore è disponibile ad affrontarci in un dibattito televisivo. In alternativa, accetteremmo anche un momento di confronto in un luogo accessibile al pubblico». La risposta a distanza di Ranieri non si fa attendere. «Non ho pregiudiziali che mi facciano rifiutare la proposta. Purché le modalità della conduzione siano concordate e condivise».

Le trivellazioni stanno interessando tutto il nastro di terra e pietra sul quale si muoverà la dorsale della gronda. Inspiegabilmente, però, tra i territori interessati non si è presa in considerazione la consistente fetta di territorio (cinque chilometri) tra la Valvarenna e Voltri.
Numerose le ditte coinvolte nelle indagini: alcune hanno il compito di svolgere campionamenti per le indagini geologiche, altre si occupano semplicemente delle perforazioni. I nomi delle aziende che si occupano di catalogare pietre e e terre sono la Serma srl di Rho, la Atp srl di Perugia, la Tecma srl e la Geogrà srl. Le trivelle, invece, sono state portate da Geoservice, Imprefond, Landservice, Rct, Sorige-Terra, Teknos, Tecnoin e Vicenzetto. Molte ditte vengono da fuori regione, e questo spiegherebbe parte delle difficoltà nel raggiungere zone spesso impervie; davvero complicato, con i camion, percorrere strade comunali o di vicinato.
Gli appalti sono stati coordinati da Società Autostrade, ma le perforazioni non sembrano essere state dirette da un'unica mano. Ogni azienda si è comportata in maniera autonoma. E la differenza tra gli approcci, tra errori e mancanza di documenti, in diversi si è vista e ha contribuito a rinsaldare il popolo dei no-gronda.

Ai Giovi - lo raccontiamo anche in un articolo qui sotto - la trivella si è vista opporre il netto no della proprietaria del terreno. Così il "buco" è stato realizzato vicino alla pubblica strada, ma senza le opportune canalizzazioni si è creato un pasticcio - denunciato dalla stessa donna, il cui terreno è stato ugualmente danneggiato dall'acqua proveniente dallo scavo del carotaggio. Risultato: la trivella si è dovuta "ritirare" in virtù di un intervento dei vigili, che non hanno potuto che constatare l'irregolarità delle operazioni.

La polizia municipale è dovuta intervenire un'altra volta. Una seconda azienda è infatti stata multata dai vigili urbani perché ha danneggiato la strada sulla quale stava conducendo la trivella. Una zona impervia raggiungibile soltanto attraverso una strada impervia. Oltre alla contravvenzione, è stato sequestrato tutto il materiale. E poi c'è il caso di Murta. «Nessuno ci ha avvisato che sarebbero passati dal mio terreno - giura Pietro Orofino, che dal giorno del "sopruso" assieme alla moglie prepara la pasta con le melanzane a tutti i no-gronda asserragliati a Murta - e allora io per ripicca gli faccio la guerra».

Ma i proprietari dei terreni che concedono l'accesso e la trivellazione, ottengono un compenso? La questione è difficile da appurare con certezza, ma pare che il disturbo - quando richiesto - venga ripagato con una cifra pari a mille euro. In un caso un proprietario ha rivisto il suo no al transito dei cingoli della trivella perché gli operai della ditta gli hanno promesso che avrebbero messo a posto la stradina danneggiata. «Gliela faremo più bella di prima». Una cosa è certa: al di là dei permessi e delle leggi che regolano il passaggio per questione di pubblica utilità sembra che il primo passo dei cantieri della gronda abbia scelto un approccio più "artigianale" che scientifico.

28Ott/100

Rosa, la pasionaria di Voltri che ha bloccato i carotaggi

Da : "Il Secolo XIX" del 28/10/2010.

La pensionata reticente solo sull'età: «Sono cose da chiedere a una signora?»
«Doveva chiamarmi una geologa. Non l'ha fatto. Per questo mi sono arrabbiata»
di Emanuele Rossi

Arrivata all'età della tranquillità, della cura dell'orto e degli affetti, perso ormai il marito amato tutta una vita, a Rosa Bruzzone non sarebbe mai saltato in mente di diventare un simbolo, la "vecchietta barricadera" che blocca le macchine sull'uscio di casa. Ma si sa, in queste cose la volontà c'entra poco e così, nel giro di pochi giorni, "la Rosa", come la chiamano qui, sulle alture sopra a Voltri, qualche centinaio di metri sopra l'autostrada, si è trasformata nella Dolores Ibarruri, nel Ned Ludd dei No-Gronda. La "pasionaria" che è riuscita, con cocciutaggine e una tignosità tutta ligure, a bloccare le trivelle della Gronda e a farle sparire dall'orizzonte di questo monte almeno per un po'.

Lei non ne vorrebbe nemmeno parlare - e guai a chi le chiede l'età («Son cose da chiedere a una signora? Si vergogni») - ma la storia ha già fatto il giro della vallata e allora chi le blocca, le bocche dei vicini, qui lungo il serpente d'asfalto di via superiore dei Giovi. Una striscia che corre parallela alla A7, a picco sulla valle, si inerpica su per i monti e arriva fino a Masone e oltre. La strada lungo la quale si trova il terreno che Rosa e suo figlio curano. Ma dove non vivono, visto che l'anziana abita giù nella valle, nella strada per Fabbriche, a Centurione. «Qui c'ha l'orto, - spiega un abitante delle case sulla strada per il santuario delle Grazie - un appezzamento. Una casa in costruzione e poco più in là il figlio alleva i piccioni». I piccioni? «Sì, colombi viaggiatori, sono una delle sue passioni e li fa volare qui, li addestra».

«La casa non è sul mio terreno - precisa lei - ma più in su. Si tratta di poca terra, non ereditata ma comprata qualche anno fa, dopo una vita di lavoro da me e mio marito, ci tengo qualche animale e i colombi». Oltre ai colombi? «C'è un gattino, lo vuole? Io per gli animali, guai a chi me li tocca». Ma non sarà mica per quattro colombi e un felino che ha montato tutto questo ambaradan. E infatti la signora Bruzzone lo chiarisce subito, che la sua opposizione alla Gronda ha radici più antiche: «avevo partecipato a qualche riunione dei comitati in passato, mi sembrava sbagliato che si potessero cacciare delle famiglie, degli anziani, dei bambini, per fare un'autostrada, visto che ce l'abbiamo già, tra l'altro».

E sulle ragioni che l'hanno spinta a chiamare Bruno Pastorino dei comitati del Ponente, l'altro giorno, per chiedergli di intervenire, chiarisce che non si tratta della semplice difesa di pochi metri quadri di terra: «Non è una questione di principio, ma di sicurezza. In quel punto dove stavano trivellando io manco ci tengo le bestie né ho coltivato, ci sono solo degli alberi. Ma ho visto 'sto fiume d'acqua che scendeva e mi sono detta che poteva essere pericoloso: se frana il muretto del terreno, lì, si blocca tutta via Dei Giovi ed era già qualche giorno che andavano avanti con tutta quell'acqua».

L'acqua che usciva dal camion, per raffreddare la trivella che scavava a pochi centimetri dalla strada di via al Santuario delle Grazie ha spaventato l'anziana. «Ho chiesto agli operai di interrompere il lavoro, ma mi hanno risposto che avevano l'autorizzazione della geologa. Ho lasciato il mio numero chiedendo di essere ricontattata dalla geologa, ma nessuno mi ha chiamato, allora mi sono arrabbiata». E ha chiesto aiuto ai comitati: «Non è che si possono chiamare i vigili? Qui c'è un problema di sicurezza». Ed effettivamente i vigili sono arrivati, a bloccare gli scavi per le ripercussioni sul terreno privato. Una piccola vittoria di cui Rosa non sente affatto il bisogno di vantarsi: «No, meno male che se ne sono andati ma non ho certo fatto niente di particolare, io».

27Ott/100

Rimossa la trivella a Voltri

Dal: "Corriere Mercantile" del 27/10/2010.

GRONDA - Prima vittoria del fronte contrario alla nuova autostrada con il blocco dei carotaggi sulle alture del ponente

Rimossa la trivella in via dei Giovi - Nacini: "Comitati-Autostrade 1-0"Rimossa la trivella in via dei Giovi a Voltri

27Ott/100

Gronda, i vigili bloccano la trivella sulle alture di Voltri

Da: "Il Secolo XIX" del 27/10/2010.

Il braccio di ferro tra autostrade e comitati che si oppongono alla realizzazione dell'opera
«Rischio frane nel mio terreno». E arrivano gli agenti
di Giuliano Gnecco

Ora i cantieri bloccati sono due. D'accordo, a Murta c'è un presidio permanente, nel quale i membri e i simpatizzanti del Comitato No-Gronda si alternano per vigilare sulla trivella portata per fare i carotaggi. Ma a Voltri sono state le forze dell'ordine a bloccare il cantiere. Per Autostrade la realizzazione della Gronda diventa sempre più un percorso ad ostacoli, con il rischio che si trasformi in un Vietnam. Perché se per Murta l'amministratore delegato di Autostrade per l'Italia, Giovanni Castellucci, ha già fatto sapere di essere pronto a chiamare la polizia per togliere il presidio e far riprendere i lavori, per Voltri la situazione si fa delicata. E l'assessopre Ranieri sta cercando di mediare, ma finora senza grossi risultati.

Con ordine. Perché il punto a favore dei manifestanti lo fa mettere a segno una donna anziana e rimasta vedova. «Ho un terreno sulla strada per il Santuario delle Grazie - spiega la vecchina, che preferisce mantenere l'anonimato - Ho visto la trivella, che scavava sulla strada comunale. Ma accanto c'era un grosso camion che versava acqua». Chiaro, altrimenti la trivella si surriscalda. «Il problema - incalza la donna - è che una grande quantità di acqua finiva nel mio terreno. Mi sono spaventata, ho tenuto una frana, anche perché sotto quell'appezzamento c'è via Superiore dei Giovi. Così ho chiesto agli operai di interrompere il lavoro, ma mi hanno risposto che avevano l'autorizzazione della geologa. Ho lasciato il mio numero chiedendo di essere ricontattata dalla geologa, ma nessuno mi ha chiamato, allora mi sono arrabbiata».

L'intraprendende donna non ha atteso che sbollisse la rabbia: «Sono stata da subito contraria alla Gronda - assicura - Così mi sono consultata con i Comitati, e mi hanno suggerito di chiamare la polizia municipale. Poi ho parlato con la geologa: ha detto che non ci sono pericoli perché l'acqua che cade dal cielo è in quantità maggiore. Ma come? Aprono un cantiere senza chiedere nulla, e mi danno una risposta così. Mi hanno detto che i lavori sarebbero proseguiti per un'altra settimana, ma sono già stati interrotti».
Già, perché la vecchina ha chiamato la polizia municipale: «Sono venuti lunedì - spiega - E il giorno dopo il cantiere non c'era più».

Ecco, un cavallo di Troia nell'ingranaggio. Perché quando ci saranno ripercussioni su terreni privati anche se gli scavi sono su suolo pubblico, dato il precedente, chiunque si sentirà autorizzato a chiamare le forze dell'ordine per stoppare i lavori. Resistenza passiva, si chiama. Fosse in Parlamento, si chiamerebbe filibustering, come l'ostruzionismo che i deputati irlandesi facevano nella Camera dei Comuni. Un sistema magari poco elegante, ma efficace. E siamo ancora alla fase dei carotaggi: da qui al termine dei lavori, per Autostrade ci sarà del filo da torcere. Per ora, fa 2-0 per i Comitati, anche se la polizia potrebbe a breve annullare uno dei punti messi a segno, quello di Murta.

25Ott/100

No Gronda barricate anti-trivella anche a Voltri

Dal Corriere Mercantile del 25/10/2010.



22Ott/100

“Destra sinistra” di Primocanale

La puntata di ieri sera del programma "Destra sinistra" di Primocanale con la diretta dal presidio Murta.


Diretta Primocanale dal presidio NOGRONDA di Murta Genova from ILoveGenova on Vimeo.

18Ott/100

Nottingham VS Genova

Andrea Agostini di Legambiente è attivissimo anche sulla rete. Ho la fortuna di fare parte della sua mailing list e spesso, attraverso questo canale,ricevo preziosi spunti di riflessione.

Alcuni giorni fa mi ha inviato un articolo di Enrico Franceschini di Repubblica. Nottingham, in uno studio effettuato dalla Campaign for Better Transport, un'associazione per i trasporti ecologici inglese, è stata indicata come città meno auto-dipendente di tutta la Gran Bretagna. Seguono Londra, Brighton, e Manchester.

La ricetta è semplice e fatta di pochi ingredienti: basta con i centri commerciali giganteschi alla periferia delle città - che ognuno trovi quello che gli serve in un piccolo posto vicino piuttosto che in un grande posto lontano - una rete efficiente di scuolabus, interconnessioni ben studiate tra treno, tram, metropolita ed autobus, sviluppo di piste ciclabili, incentivi all’uso dei mezzi pubblici e disincentivi all’uso di quelli privati. A Nottingham, addirittura, si sta cercando di affibbiare una tassa da 300 sterline ad auto per le aziende e gli uffici privati i cui dipendenti vengono al lavoro in macchina e la parcheggiano in centro, il ricavato sarebbe reinvestito in trasporti pubblici.

A Genova, invece, i nostri governanti devono pensarla diversamente. AMT si prepara a licenziare 400 dipendenti ed effettuare il taglio strategico di numerose corse; la metropolitana, 7 stazioni in 15 anni, 5,5 chilometri, serve solo una piccola parte della città; l’aeroporto non ha un collegamento efficiente con il centro e le stazioni ferroviarie, eppure i binari più vicini, in linea d’aria, si trovano a meno di 700 metri dall’aerostazione. Probabilmente non si vuole scontentare la lobby dei tassisti. Pochissime sono le aree pedonali e le zone a traffico limitato e nulla viene fatto per incoraggiare, almeno in centro, l’uso della bicicletta.

Al problema del traffico ci DEVE essere un’unica soluzione: la Gronda Autostradale. Le voci fuori dal coro, come quelle dell’ex Assessore Chiesa, per questo costretto a dimettersi, vengono zittite in brutta maniera. Il neo Assessore regionale alle infrastrutture Raffaella Paita, che lo ha sostituito, si e subito allineata: “da quel progetto non si prescinde”.

Cinque miliardi di euro, con i quali si sarebbe potuta realizzare la metropolitana, promessa fin dal 1970 ai genovesi in un progetto che prevedeva il raggiungimento della Valpolcevera e della Val Bisagno, verranno buttati in un’opera concettualmente superata, per la gioia dei nostri imprenditori abituati a far soldi con le solite colate di cemento ed incapaci di inventarsi sistemi nuovi e più rispettosi dell’ecosistema per produrre ricchezza. Eppure non sarebbe difficile, basterebbe copiare.

A nulla saranno servite le numerose riflessioni dei tanti esperti intervenuti al dibattito pubblico fortemente critici verso il progetto, a nulla è servito l’esempio del Passante di Mestre, chiuso ad Agosto durante l’esodo estivo anche quest’anno.

L’amministratore delegato di Società Autostrade, Giovanni Castellucci, è arrivato persino ad invocare l’intervento della forza pubblica contro cittadini inermi che tentano con ogni mezzo di difendere il territorio al quale sentono di appartenere. Ma una volta non erano i buoni a chiamare la Polizia?

Claudio Di Tursi

Membro del Coordinamento Comitati Ponente e Valpolcevera

10Ott/100

Murta, il concerto muto del Carlo Felice

Il teatro nega l’autorizzazione a suonare a fianco dei “no Gronda”.
E gli orchestrali si esibiscono in silenzio
di
MARCO PREVE da Repubblica.it

Non si suona contro la Gronda. Brillano gli ottoni degli orchestrali nella chiesa di Murta. Ma dagli strumenti dorati esce solo silenzio.
Eppure, l'applauso degli oltre 500 presenti è fragoroso. E' la cronaca di un concerto muto quella che arriva dalla roccaforte della Valpolcevera, dove si concentra l'opposizione alla costruzione della bretella autostradale.

Le riprese dalla diretta del concerto clicca QUA