No Gronda
15Mag/110

Restiamo umani. Contro il ponte e per garantire un futuro ai nostri territori.

Da NoPonte.it 

Un corteo bellissimo. Colorato, pieno di giovani, denso, compatto, allegro e ricco di contenuti. Questa la descrizione della giornata di mobilitazione organizzata da Rete No Ponte – Comunità dello Stretto per contrastare l’iter del Mostro sullo Stretto. Eravamo migliaia, in larghissima parte locali. Abbiamo ancora una volta riempito le strade del centro di Messina e ancora una volta abbiamo dimostrato che resistere al Ponte è possibile.

L’iter della mega infrastruttura ha subito nell’ultimo periodo un’accelerazione ed era necessario dare una risposta, riconvocare il popolo No Ponte per prepararci alla lotta che ci sarà all’apertura dei cantieri, prevista per l’inizio del prossimo anno. Era necessario, inoltre, trovare uno spazio pubblico per dire che se i soldi per la messa in sicurezza delle località colpite dalle frane non ci sono è perché questi vengono impegnati per opere speculative e devastanti. Avevamo bisogno di avere a disposizione uno spazio pubblico per esporre la nostra proposta di infrastrutture di prossimità da opporre alle mega infrastrutture inutili. Lo abbiamo fatto rischiando, privilegiando i contenuti ai simboli, evitando la costruzione del cartello di quelli del No per provare a costruire un movimento condiviso, dal basso, autorganizzato, nel quale il singolo abitante di questi luoghi non fosse sommerso da bandiere d’organizzazione. Abbiamo pagato un prezzo? Forse sì, ma la strada è comunque questa. Non c’interessa sopravvivere. Vogliamo vincere.

Sul nostro camion uno striscione ricordava Vittorio Arrigoni, reporter, pacifista e attivista pro Palestina. “Restiamo umani” era il titolo del suo blog. Restare umani per noi significa non arrendersi alla banlità del Ponte e alle devastazioni territoriali, sociali e culturali di cui è portatore. Restare umani per noi significa provare ancora ad immaginare un futuro per i nostri territori, un futuro per generazioni che sembrano condannate ad emigrare.

E i nostri emigrati no pontisti hanno organizzato, in contemporanea alla manifestazione di Messina, una iniziativa a Genova insieme agli altri comitati che si battono per la difesa dei luoghi e per la salvaguardia dei beni comuni.

Ma è già il 15 e bisogna, tra poche ore, essere alla partenza della Tappa del Giro d’Italia per rendere visibile il No Ponte e tutte le vertenze che riguardano la nostra provincia.

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