No Gronda
14Dic/120

Lettera di Putti al presidente dott. Guerello

Gentilissimo Presidente del Consiglio Comunale Dottor Guerello,
in questi sei mesi di lavoro assieme è capitato di dedicare alcuni minuti di interruzione ad eventi drammatici, alla morte di persone sul luogo di lavoro o a tensioni internazionali a noi più o meno vicine , oggi io le chiedo la possibilità di interrompere i lavori per un minuto per la morte della mia comunità o forse per la fine di quella che mi illudevo fosse la lenta crescita di uno spirito di comunità all’interno della mia città .

Ancora una volta,come spesso è accaduto nella storia dell’uomo, coloro o colei (l’economia, la finanza) che detengono il potere sugli uomini hanno messo uomini e donne della stessa città l’uno contro l’altro, indicando nella sofferenza, e nel dolore degli uni l’unica via di salvezza degli altri, è capitato per l’Ilva dove gli operai sono stati convinti a marciare contro i giudici che tutelavano la salute di molte famiglie (tra le quale le stesse famiglie degli operai) come unico mezzo per salvare il “posto di lavoro” realizzando alla fine sostanzialmente gli interessi dell’impresa e ribadendo ancora una volta l’idea che , gli interessi di chi ha i soldi contano più degli interessi e della vita di chi ne ha pochi, si è riconfermato oggi 6 dicembre 2012 con la manifestazione di Genova in cui alcuni operai edili sono stati convinti dai potenti (banche , grandi imprenditori e sindacati) che la conservazione del proprio posto di lavoro possa passare solo attraverso la negazione dei diritti di altri come se si potessero costruire o ristrutturare solo la Gronda e l’Alta velocità ferroviaria e non potessero essere realizzati Ospedali, Opere di tutela del territorio, Quartieri storici, Scuole… basta scegliere.

Non provo rancore per gli operai dell’Ilva o per gli Edili anzi provo un profondo rammarico per non avere avuto, fino ad oggi, la forza e la possibilità di riuscire a convincerli che la strada giusta è quella di costruire assieme le risposte ai loro ed ai nostri bisogni, che sono gli stessi di chi vede la casa, i sogni , i terreni distrutti da grandi opere, la vita e la salute minate dall’inquinamento, i soldi comuni sprecati in enormi speculazioni. Solo assieme possiamo cercare le risposte ai nostri ed ai loro bisogni che sono molto più vicini e simili tra loro di quelli di chi vuole continuare ad accumulare ricchezze e potere. Tale rammarico è a volte solo un po’ mitigato dalla consapevolezza di potere in questo momento partecipare ad un percorso di cittadinanza unico quello nei comitati antigronda e nel movimento dove lavoratori edili, contadini, ambientalisti, ingegneri, poliziotti…..lavorano insieme alla costruzione di una società diversa condividendo paure, sogni, dubbi , debolezze.

Provo infine una profonda amarezza nel vedere che ,le tante esperienze del passato, mi vengono in mente Cengio e Casale, poco hanno insegnato ad alcuni sindacalisti ed ai loro compari che chiamano “padroni” se ancora oggi si usano slogan come progresso e sviluppo per soffocare le urla di dolore di cittadini come loro.

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  1. Parole sante! Bravo Paolo, se anche Grillo fosse come te ….


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