No Gronda
28Gen/140

Comunicato stampa Coordinamento Comitati No Gronda

Da anni, ormai, non passa giorno senza che il nostro fragile territorio non produca chiari avvertimenti sul gravissimo stato di dissesto idrogeologico in cui versa.

Il dato di fatto è che episodi come frane, esondazioni, crolli, deragliamenti riempiono quotidianamente le pagine dei giornali e talvolta anche con vittime a carico.

Resta dunque difficile accettare di dover vedere sempre più spesso i nostri amministratori recarsi, la mattina del giorno dopo, sul luogo dell'ennesimo disastro - di solito pronunciando, a scelta, uno dei soliti ritornelli: “è colpa del disboscamento, servono più fondi statali, c'è scarsità di risorse, è colpa della cementificazione selvaggia del passato", etc - per poi dover leggere le dichiarazioni rilasciate dagli stessi il pomeriggio: un inno alle grandi opere, alla necessità di nuovi tunnel, di nuove infrastrutture, di nuove colate di cemento e asfalto in grado di condurre l'economia ligure verso un fantasmagorico “progresso”.

Poco importa se, di qui ai futuri decenni, senza interventi di manutenzione e salvaguardia del territorio, i fiumi continueranno ad esondare, i monti a venire giù, le case a crollare e ogni tanto ci scapperà pure il morto... tanto sarà sempre colpa di scelte del passato e mai del presente.

Sarebbe sufficiente investire anche solo una piccola parte di quei dieci miliardi di euro necessari per Gronda e Terzo Valico per la messa in sicurezza della nostra regione, invece di lamentarsi per la scarsità di risorse e sperare in qualche elargizione di denari da Roma, magari dopo l'ennesima dichiarazione di stato di Emergenza.

Ma poi, che razza di emergenza è, se tale stato è permanente?

L’esempio più lampante di tale politica scellerata è rappresenta dalla gronda autostradale.

Qualcuno, a proposito, ha letto le prescrizioni del Ministero sulla V.I.A. (Valutazione di Impatto ambientale) relativa alla Gronda?

Noi lo abbiamo fatto e ne vogliamo citiamo solo una: viene richiesto che la velocità del vento non debba superare i 5 m/s, pena il blocco del cantiere.

Per carità, ci dicono, sarà tutto a tenuta stagna, non esisterà nessun rischio “amianto” per la popolazione e per la verdura del mercato ortofrutticolo, vicino al quale sarà stoccato il materiale di scavo, ma allora perché il Ministero ha ritenuto necessaria questa gravosa condizione?

Osservando i dati della stazione meteo di Genova-Rivarolo, nel 2013, la misurazione della velocità dei picchi del vento è rimasta al di sotto della soglia indicata dal Ministero solo per 45 giorni dell’intero anno (clicca sull'immagine per ingrandirla).

vento genova rivarolo 2013

Dunque il cantiere potrà essere operativo solo 45 giorni all'anno!

E allora i lavori, invece che durare otto anni come ci hanno raccontato, potrebbero durarne almeno quattro volte tanto.

A meno che non venga concessa qualche deroga ad hoc: sappiamo bene che in Italia tutto è possibile...

Coordinamento dei Comitati No Gronda

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