No Gronda
17Mag/110

Il nostro giardino e’ molto grande

Una risposta alla lettera del signor Lorenzo Parodi.

Spesso chi è a corto di argomentazioni, per sostenere le proprie tesi, dice parlare a nome della fantomatica "maggioranza silenziosa". È accaduto anche per la questione Gronda: un paio di cittadini, ed un tal Lorenzo Parodi almeno per tre volte, scrivendo al Secolo XIX, hanno usato quest'abusata locuzione nel tentativo di fare intendere al lettore come quest'opera rappresenti la manna dal cielo per risolvere i problemi che affliggono la mobilità genovese e quanto sia gradita alla maggioranza dei cittadini. Seguono accuse varie nei confronti dei comitati, come quella di voler fermare il progresso o il badare esclusivamente ai propri interessi, al proprio "giardino". Su questi ultimi due punti potremmo anche essere d'accordo, a patto però di definire una volta per tutti quali siano i primi ed i confini del secondo.

Effettivamente gli interessi che difendiamo sono molti. Hanno a che fare con il diritto alla salute, la difesa del territorio e un modo diverso di rapportarsi alle risorse naturali per produrre benessere oltre alla ricchezza. I no gronda sono i veri fautori di quel gruppo di idee con cui si riempiono la bocca gli esponenti del PD, specialmente in campagna elettorale, e che va sotto il nome di "green economy". Crediamo che le uniche autostrade da sviluppare ulteriormente siano quelle dell'informazione, riteniamo che le merci vadano trasportate su ferro e che la mobilità delle persone vada incrementata con il trasporto pubblico, creando nuove linee che servano il territorio in maniera più capillare e costruendo nuove stazioni della metropolitana. in Europa non esistono città delle dimensioni della nostra in cui l'utilizzo del mezzo privato nel centro cittadino non sia fortemente disincentivato. A Genova facciamo tutto il contrario e vediamo nella Gronda la soluzione a tutti i problemi: gli urbanisti ed i tecnici intervenuti al dibattito pubblico ci hanno spiegato che non è così.

Il nostro giardino è molto grande. Va almeno da Voltri a Nervi e comprende l'entroterra della Valpolcevera e della Val Bisagno. Ovunque sia previsto il passaggio dell'ecomostro i No Gronda tenteranno di fermarlo perché per ogni chilometro del tracciato che la società autostrade mostra nelle cartine e nelle foto simulate con una semplice righetta vi saranno decine di strade di cantiere, il passaggio di centinaia di camion ogni giorno, un incremento dei livelli di inquinamento significativo, tonnellate di amianto estratte e rigettate in mare, interruzione delle falde acquifere, aumento di neoplasie. per noi, per i nostri figli e per i nostri nipoti.

I cittadini sono male informati, non basta leggere i giornali per farsi un idea del disastro, bisogna consultare la documentazione a corredo del progetto per rendersi conto di cosa realmente significhi la costruzione di quest’opera in termini ambientali e di qualità della vita. Le cose da questo punto di vista stanno cambiando, sempre più persone stanno prendendo coscienza delle dimensioni del problema: basti pensare che per l’osservatorio sulla costruzione della gronda hanno votato solo 562 cittadini, contro i 1021 che si sono messi in coda per firmare il ricorso contro l’opera.
Non vogliamo consegnare ai nostri figli un’altra autostrada, ma un  sistema di vita diverso, che non intenda la crescita del PIL come unico parametro di valutazione del benessere e  che non sia basato sullo scempio del territorio come unica via alla ripresa economica.

Claudio Di  Tursi

Membro del Coordinamento dei  Comitati del Ponente e della Valpolcevera

17Mag/110

Spero sia Gronda, non bolla di sapone

Da una lettera al "Il Secolo XIX" del 17 maggio 2011.

La stragrande maggioranza (silenziosa) della cittadinanza, è favorevole alla realizzazione della Gronda Autostradale, questo per validissimi motivi. Miglioramento della fluidità del traffico; facendo le dovute interconnessioni,  gli autotreni verso/dal Porto di Genova e di Voltri e le autovetture che vanno verso la pianura padana, la riviera di ponente e la riviera di levante transitano sulla nuova arteria, il cui tracciato è per lo più in galleria, alleggerendo così il traffico sull’autostrada attuale, migliorando di conseguenza la qualità dell’aria che respiriamo. Come pensano le istituzioni di superare gli ostacoli frapposti dai contrari alla Gronda, quando inizieranno i lavori, se attualmente hanno messo gli avvocati per fare ricorso al TAR contro la realizzazione e nel frattempo a Murta e Gemignano (la località si chiama Geminiano ndr), hanno bloccato i lavori per le “carotature” del terreno? Auspico i Comitati dei contrari alla Gronda facciano una piccola riflessione, tralasciando gli interessi del proprio orticello, pensando invece a un futuro migliore di lavoro per i propri figli e nipoti. Spero fermamente che gli Enti preposti (Comune di Genova, Regione Liguria e Società Autostrade) velocizzino l’iter per la realizzazione; poiché le ultime tempistiche sull’inizio dei lavori (non prima del 2014) mi preoccupano un po’, in quanto a Tursi ci sarà un’altra Giunta, la quale sarà sulla stessa lunghezza d’onda di quella attuale? Per concludere, non vorrei che fosse un’altra bolla di sapone che passando il tempo si sgonfia, diventando così l’ennesima opera mai realizzata dalle Giunte che si sono succedute a Tursi e in via Fieschi negli ultimi trent’anni.

LORENZO PARODI E-MAIL

15Mag/110

Restiamo umani. Contro il ponte e per garantire un futuro ai nostri territori.

Da NoPonte.it 

Un corteo bellissimo. Colorato, pieno di giovani, denso, compatto, allegro e ricco di contenuti. Questa la descrizione della giornata di mobilitazione organizzata da Rete No Ponte – Comunità dello Stretto per contrastare l’iter del Mostro sullo Stretto. Eravamo migliaia, in larghissima parte locali. Abbiamo ancora una volta riempito le strade del centro di Messina e ancora una volta abbiamo dimostrato che resistere al Ponte è possibile.

L’iter della mega infrastruttura ha subito nell’ultimo periodo un’accelerazione ed era necessario dare una risposta, riconvocare il popolo No Ponte per prepararci alla lotta che ci sarà all’apertura dei cantieri, prevista per l’inizio del prossimo anno. Era necessario, inoltre, trovare uno spazio pubblico per dire che se i soldi per la messa in sicurezza delle località colpite dalle frane non ci sono è perché questi vengono impegnati per opere speculative e devastanti. Avevamo bisogno di avere a disposizione uno spazio pubblico per esporre la nostra proposta di infrastrutture di prossimità da opporre alle mega infrastrutture inutili. Lo abbiamo fatto rischiando, privilegiando i contenuti ai simboli, evitando la costruzione del cartello di quelli del No per provare a costruire un movimento condiviso, dal basso, autorganizzato, nel quale il singolo abitante di questi luoghi non fosse sommerso da bandiere d’organizzazione. Abbiamo pagato un prezzo? Forse sì, ma la strada è comunque questa. Non c’interessa sopravvivere. Vogliamo vincere.

Sul nostro camion uno striscione ricordava Vittorio Arrigoni, reporter, pacifista e attivista pro Palestina. “Restiamo umani” era il titolo del suo blog. Restare umani per noi significa non arrendersi alla banlità del Ponte e alle devastazioni territoriali, sociali e culturali di cui è portatore. Restare umani per noi significa provare ancora ad immaginare un futuro per i nostri territori, un futuro per generazioni che sembrano condannate ad emigrare.

E i nostri emigrati no pontisti hanno organizzato, in contemporanea alla manifestazione di Messina, una iniziativa a Genova insieme agli altri comitati che si battono per la difesa dei luoghi e per la salvaguardia dei beni comuni.

Ma è già il 15 e bisogna, tra poche ore, essere alla partenza della Tappa del Giro d’Italia per rendere visibile il No Ponte e tutte le vertenze che riguardano la nostra provincia.

15Mag/110

A MATTEOTTI: protesta a piu’ voci dalla Liguria in difesa di ambiente e salute

Comitati uniti per dire "no" alla gronda e alle grandi opere
Dal "Corriere Mercantile" del 15.05.2011


14Mag/110

Manifestazione contro le grandi opere

Servizio del TG3 Liguria. Parlano della nostra manifestazione alla fine del servizio sul "presidio contro la violenza" degli studenti medi in Piazza De Ferrari.



14Mag/110

Rischio amianto nel Rio Cortino – A Sori il comitato vuole il TAR

Da "Il Nuovo Levante" del 13.05.2011

14Mag/110

Comitati NO GRONDA e Comitato per Sori e Camogli su TN4

14Mag/110

Sori, una valle intera sara’ coperta dai detriti che arrivano dalla Gronda

Da Repubblica.it del 13.05.2011 di Marco Preve

SORI - Riempite tre volte e mezzo lo stadio di San Siro con terre e rocce degli scavi per la Gronda, mescolatele con quelle di altri cantieri e poi rovesciate il tutto nella riviera di levante. Sono questi gli ingredienti per una ricetta un po' indigesta: il tombamento di un' intera valle a due passi dal mare, nei comuni di Sori e Pieve. La valle è quella creata dal Rio Cortino, che a dispetto di un nome che fa tenerezza, deve essere messo in sicurezza da trent' anni e passa. Non perché sia nato cattivo, ma perché negli anni ' 70, quando sopra una prima discarica di detriti provenienti dall' autostrada, vollero crearne una seconda, lo "intrappolarono" dentro due tunnel di cemento troppo stretti e sempre mezzi ostruiti, così da esser sempre a rischio esondazione. E alla fine, anche se sembra un paradosso, per eliminare i pericoli creati da due precedenti riempimenti, si è deciso di effettuarne un terzo. Due milioni di metri cubi di terre e rocce (il progetto parla di un milionee 700mila metri cubi più il 15% una volta effettuato il compattamento). Ma in una Liguria in cui la sensibilità ambientale aumenta pur senza tenere il ritmo dei progetti che cementificano il territorio, un' operazione di questo genere non poteva che sollevare dubbi e polemiche, che nei prossimi giorni prenderanno forma in un comitato durante un incontro pubblico a Sori. Nelle scorse settimane i comuni di Sori e Pieve Ligure hanno sottoscritto un accordo di programma che prevede, una volta effettuato il riempimento, il miglioramento e potenziamento dei campi da calcio e tennis esistenti, più posteggi per 400 auto, oltre a quattro capannoni artigianali che qualcuno spera di trasformare in commerciali, nonostante il veto del piano regionale. Il riempimento della valle garantirà un introito di 12 milioni di euro a chi realizzerà la discarica e la gestirà (dopo una gara d' appalto che gli amministratori sperano possa avvenire entro fine anno). Sori ci guadagnerà anche due ponti e l' abbattimento dei tre attuali: «I due nuovi saranno realizzati davanti al teatroe alla piscina- spiega il sindaco di Sori Luigi Castagnola -. I primi 500mila metri cubi arriveranno da Bolzaneto dalla Gronda, abbiamo fatto un accordo con Autostrade ad un prezzo basso, poco più di un euro a metro cubo. Ma gli altri garantiranno un' entrata di 12 milioni. Per i comuni è un' occasione importante per mettere a posto le casse ed effettuare lavori necessari. Il rio Cortino verrà rialzato e scorrerà in superficie, anche se sotto saranno realizzate tubature in grado di far defluire le acque filtranti. Per evitare il passaggio di camion in paese, verrà realizzata una piazzola in autostrada dove i camion scaricheranno in una tramoggia e un nastro trasportatore convoglierà le terre in discarica». Ma i cittadini contrattaccano: il tombamento - una coltre lunga un chilometro e spessa anche 49 metri - seppellirà centinaia di ettari di vegetazione (lecci in particolare); l' assetto idrogeologico della zona sarà sconvolto; arriveranno terre contenenti amianto (ma il sindaco nega); la discarica non è prevista nel piano regionale ad hoc e neppure in quello della gronda di ponente; manca una valutazione di impatto ambientale; si teme che la gestione possa essere affidata all' impresa Ecoge - coinvolta in indagini per reati contro la pubblica amministrazione a Genova - che ha già realizzato lavori di sistemazione del rio la cui qualità è stata contestata dal consigliere Gianbattista De Bilio («non è vero, quello che dovevano fare lo hanno fatto bene», replica Castagnola); impossibile intercettare le acque in superficie, continueranno a infiltrarsi e il problema sarà lo stesso di 40 anni fa; dopo i detriti della Gronda da dove arriveranno le altre centinaia di migliaia di metri cubi? La battaglia del rio Cortino è iniziata.

4Mag/110

Gronda, alla presentazione del progetto anche i comitati del No: “Pronti a difendere il territorio”

da Genova24.it

Genova. “Il progetto definitivo della Gronda di Ponente verrà presentato oggi. Partecipiamo anche noi!”.E’ l’invito dei comitati No Gronda che nel pomeriggio si presenteranno nell’aula di Palazzo Rosso per presenziare al convegno dedicato ai “Cantieri aperti nella Regione Liguria” durante il quale si parlerà anche della Gronda.“Incontriamoci davanti a Palazzo Rosso con striscioni, magliette, bandiere, non solo contro la Gronda ma anche contro la privatizzazione dell’acqua e contro la Tav”.I comitati sono sempre agguerriti, non vogliono farsi schiacciare da un’opera infrastrutturale che in realtà “non risolverebbe nessun problema al traffico” affermano. Sul blog riassumono tre anni di storia, manifestazioni, dibattito pubblico, presentazione di progetti, sottolineando che anche che la Gronda ha raccolto critiche e censure da parte di professionisti di livello nazionale.“I residenti della zona interessata – spiega Paolo Putti, del comitato No Gronda – sono stati convocati per iniziare a pensare alla loro ricollocazione anche se in realtà atti formali non ne esistono”.Oggi la presentazione ufficiale davanti al presidente della Regione Burlando e al sindaco Vincenzi. “Noi ci saremo – afferma il comitato – e ci faremo sentire. Evidentemente nei nostri governanti locali e nei rappresentanti di quei gruppi di potere cittadini che sostengono l’opera non esistono né il buon senso, né una decente sensibilità, ma forse soltanto superficialità e cinismo. Siamo pronti a combattere per non far diventare la Valpolcevera il centro di raccolta di oneri non giustificati, come purtroppo sta accadendo”.

 

14Apr/110

Via libera a tunnel Fontanabuona e Gronda

Da il "Secolo XIX" on line del 13.04.2011

Genova - Via libera all’intesa tra Ministro delle Infrastrutture, Regione Liguria, Anas e Autostrade per l’Italia per il collegamento tra la Val Fontanabuona e l’autostrada A12, da una parte, e dall’altra per il nodo stradale e autostradale di Genova, la cosiddetta Gronda. La notizia è arrivata dall’ufficio stampa del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

L’intesa è stata sottoscritta dal ministro Altero Matteoli, dal presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, dal presidente di Anas Pietro Ciucci e dall’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci. Era presente anche l’assessore alle Infrastrutture della Regione Liguria, Raffaella Paita. I costi della progettazione del tunnel di Fontanabuona, rende noto l’ufficio stampa del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, saranno divisi in parti uguali tra Regione e Aspi.

L’intesa prevede che, una volta redatto ed esaminato il progetto preliminare, in caso di valutazione positiva lo stesso sarà inserito tra gli impegni della Convenzione Unica stipulata tra Anas e Autostrade per l’Italia, in sede di aggiornamento del piano economico e finanziario.

Al tempo stesso, il presidente Burlando ha siglato il protocollo d’intesa per la realizzazione del Nodo stradale e autostradale di Genova - la cosiddetta Gronda - che era stato già sottoscritto l’8 febbraio 2010 dagli altri enti interessati (Provincia e Comune di Genova, Autorità Portuale di Genova, Anas, Autostrade per l’Italia) oltre che dal ministro Matteoli.